Portare la produzione di riso dal Piemonte al mondo
Per noi piemontesi l’inizio della risicoltura avviene per opera dei monaci Cistercensi provenienti dalla Borgogna.
Nel 1123 fondano l’Abbazia di Santa Maria di Lucedio nei pressi di Vercelli, bonificando la zona circostante a Nord del Monferrato. L’appellativo “Grange” (dal latino granicum, deposito) deriva dalle aziende agricole che ruotano intorno all’abbazia. Dal 1400 i monaci introducono in Italia la coltivazione del riso, ancora utilizzato esclusivamente a scopo medicale, come testimoniano alcuni documenti rinvenuti all’Ospedale Maggiore di Vercelli nella stessa epoca.
Da qui inizia la storia di Tellus
Ci consideriamo contemporaneamente agricoltori e industriali, anelli della catena di produzione del cibo che troppo spesso sono considerati completamente distaccati. Noi produciamo e vendiamo un prodotto reale, al quale sappiamo dare un prezzo equo, perché ne conosciamo tutti i suoi aspetti, le sfide nella sua produzione e nella gestione di un ciclo produttivo che sia sano per le persone e per l’ambiente, oltre ad essere proficuo.
Sono le idee e gli ideali di una generazione passata che portiamo con noi e sviluppiamo in un contesto moderno.
L’ordine, il rigore e la costanza sono ciò che ci permette di ottenere un prodotto di qualità: per il consumatore, per i lavoratori e per l’ambiente.
Il riso: una risorsa per combattere la fame nel mondo
Il riso è l’alimento base per gran parte della popolazione umana mondiale.
Degli 840 milioni di persone che soffrono di fame cronica, oltre il 50% vive in aree dipendenti dalla produzione di riso per cibo, reddito e occupazione. Circa quattro quinti del riso mondiale è prodotto da piccoli agricoltori e viene consumato localmente.
Le risaie forniscono gran parte del fabbisogno alimentare dell’umanità.
Rispetto agli altri due principali cereali coltivati, mais e grano, il riso presenta un grande vantaggio se si confronta la superficie coltivata rispetto alla quantità prodotta e consumata direttamente dall’uomo (ad esempio la produzione di mais viene in larga parte utilizzata come mangime per animali da allevamento).
Eppure non tutto funziona bene nel mondo del riso. La maggior parte dei coltivatori di riso sono poveri, e le politiche nazionali spesso favoriscono il mercato dei consumatori e delle esportazioni al benessere della popolazione residente. La crescita della domanda di riso è correlata alla crescita della popolazione e si prevede che si aggiri intorno all’+1% all’anno. La prevista domanda di riso supererà l’offerta nel breve e medio termine a meno che non venga fatto di tutto per invertire le attuali tendenze di crescita lenta della produttività e gestione inefficiente e insostenibile delle risorse naturali.
Le sfide principali per il futuro sono tre:
Per risolvere queste sfide, è necessario un approccio più completo alla semina del riso, con un aumento sostanziale della qualità e dell’intensificazione degli input agricoli, integrato dall’istruzione agronomica e dal miglioramento delle infrastrutture.
Questa è una missione che noi di Tellus abbiamo accolto con piacere: vogliamo diffondere conoscenza e cultura, così da permettere un miglioramento della qualità di vita anche di quelle popolazioni che fanno della coltivazione del riso la loro principale risorsa economica.
Agricoltura sostenibile e difesa delle wetlands contro la desertificazione del suolo
Le zone umide (Wetlands) sono alcuni degli ecosistemi più produttivi del pianeta. Incredibilmente ricchi di biodiversità, sono l’habitat naturale di alcune delle specie di uccelli, anfibi, invertebrati e piante più importanti d’Europa durante le fasi chiave del loro ciclo di vita.
Sono zone di riproduzione per i pesci e aree di alimentazione e riproduzione per molti uccelli migratori. Rappresentano circa il 6% della superficie terrestre – circa 570 milioni di ettari, di cui il 2% sono laghi, il 30% paludi, il 26% foreste paludose, il 20% acquitrini e il 15% pianure alluvionali – forniscono anche beni e servizi importanti alla società.
Le zone umide sono tra gli ecosistemi più minacciati del pianeta.
Hanno subito continui degradi e perdite. Secondo Wetlands International, circa il 50% delle zone umide del mondo è scomparso nell’ultimo secolo.
Circa due terzi delle zone umide europee che esistevano 100 anni fa sono andate perse, portando a una sostanziale diminuzione del numero, delle dimensioni e della qualità degli habitat naturali di grandi torbiere, paludi e laghi piccoli o poco profondi.
Nonostante se ne riconosca l’importanza, le zone umide europee continuano a subire forti pressioni a causa dei cambiamenti nell’uso del suolo e dell’inquinamento.
Proprio nella zona delle nostre risaie in Romania due bracci del Danubio si uniscono e questo crea un ambiente ed un ecosistema peculiare. Per questo dal 2013 la zona è riconosciuta come sito Important Bird Area (IBA) Ramsar, Riserva Naturale, sito di Rete Natura 2000, come Zona di Protezione Speciale (ZPS) e Sito di Importanza Comunitaria (SIC) (https://rsis.ramsar.org/ris/2113).
Numerose specie nidificano in questa zona e anche grazie alla tecnica del winterflooding da noi adottata (mantenimento dell’acqua anche durante la stagione invernale) trovano grandi quantità di cibo facilmente accessibile.
Non si tiene conto, inoltre, che le zone umide costituiscono un contrasto ad un altro fenomeno tipico dei nostri giorni: la progressiva desertificazione dei terreni.
La maggior parte delle persone quando pensa alla desertificazione immagina scenari come il deserto del Sahara o l’Atacama cileno, dove sabbia e polvere ricoprono il paesaggio. Dobbiamo stare molto attenti e cambiare la nostra visione: la desertificazione riguarda l’erosione e succede adesso, qui in Europa. L’erosione del suolo è la più grande minaccia per la fertilità e la produttività del suolo, ma le conseguenze non si fermano qui.
A livello dell’UE, l’erosione del suolo colpisce oltre 12 milioni di ettari di terreno, circa il 7,2% della superficie agricola totale
Le risaie combattono sia attivamente che passivamente la desertificazione. Attivamente per sedimentazione delle particelle trasportate dalle acque superficiali. L’acqua dei torrenti viene pompata nel quadro irriguo e una volta nei campi la sua velocità rallenta lasciando sedimentare le piccole particelle. L’impatto passivo è esercitato dalle peculiarità della coltivazione del riso di per sé: i campi allagati prevengono l’erosione durante la stagione del raccolto e i residui colturali rimasti a terra durante l’inverno impediscono la rimozione delle particelle superficiali.
In generale le colture irrigate, se adeguatamente gestite, possono mitigare e prevenire l’erosione, soprattutto quella eolica, ma è necessaria un’efficiente infrastruttura di irrigazione.
Da sempre l’acqua rappresenta un elemento indispensabile per la vita dell’uomo e per la sopravvivenza del nostro pianeta. Essa è essenziale per soddisfare le necessità umane fondamentali, per la salute, per la produzione alimentare, per l’energia e per il mantenimento degli ecosistemi.
Da sempre, quindi, una grande sfida per l’uomo è stata la corretta e funzionale gestione dell’acqua.
Le bonifiche, nel corso della storia, hanno trasformato il rapporto uomo-acqua da passivo ad attivo: l’acqua diventa un elemento da governare per aumentare le aree coltivate, creare canali navigabili per facilitare gli spostamenti e gli scambi commerciali, fornire energia idraulica, sempre con la consapevolezza che l’acqua può essere amica ma anche nemica allo stesso tempo, se mal gestita.
Noi di Tellus ci impegniamo affinché il nostro lavoro possa essere anche di aiuto all’ambiente che ci circonda. La gestione sapiente delle risorse idriche è il nostro principale punto di partenza.
Agricoltura sostenibile per l’uomo e per l’ambiente
Siamo fermamente convinti che solo la meritocrazia possa dare velocità alle imprese.
Le persone dovrebbero avere la possibilità di dare valore al proprio futuro: non importa dove si formino o quale sia la loro origine, è quello che fanno nella vita a definirle.
Noi crediamo che la qualità sia in primis un modo di vivere, vivere la nostra vita e la vita dell’azienda.
Noi proviamo ogni giorno ad applicare questa filosofia, ogni giorno proviamo a trasmetterla a quanti vivono e lavorano con noi, partendo da principi semplici:
Il nostro prodotto Organico o Convenzionale, è un prodotto che viene controllato e monitorato periodicamente sin dal campo, non ha affezioni fungine (qual ora fossero presenti viene trattato mediante heating), ma soprattutto non ha tracce di pesticidi o insetticidi: è un prodotto che rispetta nel suo processo produttivo la nostra visione di qualità.
Etica del lavoro e MBO
Ci pregiamo di aver fatto emergere l’eccellenza in Romania, persone che avrebbero avuto poche possibilità hanno potuto migliorare la qualità di vita loro e delle loro famiglie.
Negli anni i nostri dipendenti hanno condiviso con noi i valori di Tellus, alcuni sono cresciuti con noi, tanti si sono allontanati.
Quelli che sono rimasti hanno i figli che studiano in città o all’estero, hanno la loro casa, l’auto, sono regolarmente sottoposti a check-up medici. Spesso le loro mogli non devono più fare lavori faticosi e…. In estate vanno in vacanza, cose scontate – certo per chi le ha sempre avute, ma non per loro!
I nostri Direttori sono stati fatti crescere partendo da trattoristi, i “ragazzi” che ci hanno seguito sono partiti dal basso, alcuni di loro ora stanno al comando e alcuni hanno acquistato l’azienda.
Nel mondo degli anni 60 c’era l’abitudine di vendere l’azienda o, come si dice in Piemonte “la boita”, ad uno o più dei propri dipendenti particolarmente intraprendenti che poi avrebbero pagato a rate; oggi non si fa più: è decisamente più semplice vendere a gente con i soldi, un guadagno garantito.
Ma noi abbiamo deciso di dare una possibilità ai nostri dipendenti più meritevoli, facendo anche da banca a chi una banca darebbe solo risposte negative.