Dove e quando nascono il riso e la sua coltivazione?

Il riso, oltre ad essere il cereale più consumato sul nostro pianeta, è anche uno dei più antichi.

Molti sanno che le sue origini sono da ricondurre all’oriente, dove il riso, la sua coltivazione e il suo consumo costituiscono ancora oggi le fondamenta del tessuto sociale, religioso e culturale di quelle zone. 

Dei reperti fossili di cinquemila anni a.C. pongono le sue origini nella valle dello Yang Tze, in Cina, ma ricerche più recenti farebbero addirittura retrodatare la preistoria di questa pianta. Wang Zaude, professore all’Università di Pechino, ha reperito tracce di paddy – il riso semilavorato – vecchie di 10’000 anni.  Ci sono poi diverse teorie come quella secondo cui partendo dal profilo genetico dell’Oryza Sativa (questo il nome scientifico di una attuale specie alimentare di riso) si può far risalire la sua origine nell’isola di Giava circa ottomila anni fa, o altre che la fanno risalire ad una zona della Cambogia.
Quel che pare certo è che dalle specie primordiali di questa graminacea se ne siano differenziate una ventina. Solo due di queste hanno tutt’oggi una certa rilevanza a scopo alimentare: Oryza sativa, di origine asiatica, e Oryza glaberrima, di origine africana. 

Tellus Group - produzione di riso in Europa
Tellus Group - produzione di riso in Europa

Passando ad epoche più recenti, lo sviluppo della risicoltura si può far risalire con certezza al 5’000 a.C. nell’area della Cina meridionale, e durante il IV millennio in Indocina, nella Cina settentrionale e nella valle dell’Indo.
Solo dopo diversi millenni la coltivazione di questo cereale si sposta verso Occidente, approdando prima in Mesopotamia, e poi in Grecia come prodotto alimentare con Alessandro il Grande. 

I Persiani durante le loro esplorazioni riferiscono di questo cereale che, pare, fosse già molto diffuso nei territori dell’attuale Pakistan. 

Il riso arriva finalmente in Spagna nell’VIII secolo con gli arabi, tuttavia il suo uso in Europa è confinato al mondo delle spezie per tutto il Medioevo e fino all’epoca rinascimentale, quando al più lo si usava come medicamento o per cosmesi. 

È durante il medioevo, dal mille in poi, che il riso si diffonde in tutta Europa e quindi anche in Italia. In un libro del 1300 – il “Libro dei conti della spesa” dei Duchi di Savoia – viene registrata un’uscita di 13 imperiali alla libbra di “riso per dolci”. A fine XV secolo, infine, la coltivazione risicola si afferma con decisione al nord Italia, ed esattamente in Lombardia e in Piemonte, nell’area dell’attuale vercellese, dove le prime risaie (definite mare a quadretti), furono impiantate ad opera di Ludovico il Moro e di suo fratello Galeazzo Sforza, che pensarono di sfruttare le frequenti inondazioni del Po per questa coltura.

Dove si coltiva oggi il riso?

La maggior parte del riso viene ancora oggi coltivata in Asia.

L’autosufficienza dell’UE nel settore del riso è di circa il 70%, il resto è di importazione.

Circa l’80% della produzione di riso dell’UE avviene in Italia e Spagna, con un ulteriore 12% in Grecia e Portogallo. Il resto è in altri quattro paesi: Francia, Romania, Bulgaria e Ungheria. Al di fuori dell’UE, il riso viene coltivato anche nella Federazione Russa (120’000 ha nella regione di Krasnodar e 50’000 ha nella regione dell’estremo oriente di Vladivostok) e in Ucraina (25’000 ha). Il riso europeo viene piantato in primavera, nell’Europa meridionale come in Italia si semina dall’inizio di aprile e si raccoglie tra settembre e ottobre, nell’Europa orientale come in Romania si semina dalla fine di aprile e si raccoglie tra ottobre e novembre.

Nella maggior parte dell’Europa occidentale, le principali precipitazioni si verificano durante le prime fasi di crescita (aprile-giugno) e durante il periodo di raccolta. Le temperature medie variano da 10° a 12°C durante la germinazione del riso e da 20° a 25°C durante il periodo di raccolta. Nella maggior parte dell’Europa orientale, la stagione della coltivazione del riso è più breve che nell’Europa occidentale, a causa delle temperature mediamente più basse.

Tellus Group - produzione di riso in Europa
Tellus Group - produzione di riso in Europa

La presenza di risaie, tuttavia, andrebbe salvaguardata, poiché contribuiscono fortemente a mantenere la biodiversità: rappresentano infatti l’habitat naturale di molte varietà di uccelli acquatici che, senza questi luoghi, rischierebbero l’estinzione.
Le risaie, infatti, sono delle vere e proprie zone umide (wetlands) e in quanto tali svolgono un ruolo molto importante per la conservazione delle specie animali legate.

Tellus Group - produzione di riso in Europa
Tellus Group - produzione di riso in Europa

Allo stesso modo sarebbero da garantire tecniche di coltura che non rappresentino un danno di questi sempre più rari ecosistemi, molto sensibili all’uso di prodotti chimici.
Per le nostre coltivazioni, oltre a rientrare sempre nei limiti imposti dalla legislazione, siamo alla continua ricerca di nuovi prodotti e tecniche per garantire la massima sostenibilità possibile.

Molte delle informazioni contenute in questi paragrafi possono essere approfondite leggendo il volume “il Riso” coordinato dal professor Aldo Ferrero